“Torturato dai genitori perché gay”
“Ragazzo picchiato a Milano perché gay”
“Omosessuale ucciso a Roma”
“15enne ucciso perché gay”
“Marco, suicida a 14 anni perché gay”
“Omofobia, giovane di 21 anni suicida a Roma”
…..
Si potrebbe andare avanti all’infinito con la presentazione di questi tristi titoli che ormai da anni affollano le pagine dei più prestigiosi quotidiani e settimanali italiani.
L’omofobia persiste nella nostra società, affolla le nostre città e corre impavida nei vicoli bui, nei locali colmi di giovani, tutto ciò come se fosse la normalità.
Ma è forse normale che dei genitori vedano il loro figlio o la loro figlia varcare la soglia della porta, per l’ultima volta, mentre si dirigono ad una festa di coetanei?
“Ciao mamma, sto uscendo, non aspettarmi sveglia, torno tardi..”
Quei genitori, sono gli stessi che ricevono la chiamata dalle forze dell’ordine alle 02:00, alle 03:00 o addirittura alle 04:00 di notte sentendosi dire che il figlio non c’è più… e per cosa? Perché? Per il semplice motivo di essere “diverso” o di amare una persona simile a lui o a lei…
Per decenni abbiamo visto intere generazioni combattere per i propri diritti. Il diritto di amare, il diritto di vita, li abbiamo visti combattere contro un’ideologia di famiglia ormai fin troppo arcaica per l’epoca in cui viviamo, li abbiamo visti associarsi in una comunità che continua a crescere ancora oggi e che non può fermarsi né essere ostacolata, la comunità LGBTQ+.
E con queste innumerevoli lotte, con l’infinita sofferenza di giovani che vivevano sulla loro pelle la violenza più spietata, qualche risultato possiamo essere felici di averlo ottenuto, come: il diritto di professare la propria sessualità senza essere perseguiti penalmente, conquistato nel 1890; il diritto di cambiare sesso, conseguito nel 1982; e ancora, l’approvazione di una legge sulle unioni civili, acquisita nel 2016 dopo anni di attesa e desiderio..
Nella comunità LGBTQ+ sono state molte le vittorie, ma ancor più numerose le sconfitte e le sofferenze.
Purtroppo siamo nella costante attesa di una presa di CORAGGIO da parte del nostro governo e da parte di coloro che ci capeggiano e che ci professano lealtà e protezione.
Perché ci vuole davvero CORAGGIO a non fare niente davanti a tutte quelle famiglie che hanno perso diritti, dignità o addirittura figli.
Ci vuole CORAGGIO a restare fermi a guardare senza fare niente.
Ci vuole CORAGGIO a mostrare indifferenza a gran parte del popolo italiano che ogni giorno viene denigrato, insultato e molestato.
Da più di vent’anni è richiesta una legge per tutelare tutte quelle persone definite “diverse”, quelle persone fragili legate ormai all’errata consapevolezza di essere sbagliati, malati e di poter guarire e cambiare. Sono state presentate diverse proposte (la prima da parte di Nichi Vendola nel 1996), tutte bocciate e finite nel dimenticatoio.
Nel 2020, le cose iniziano a cambiare, la ruota comincia a girare e, finalmente, arriva il tanto desiderato “ddl Zan” ovvero la proposta di legge contro l’OMOTRANSFOBIA presentata dal deputato del Partito Democratico Alessandro Zan che prevede:
“Prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere e alla disabilità”.
Dopo mesi di dibattiti e discussioni, la proposta, nel Novembre 2020, arriva finalmente alla Camera dove viene approvata con 265 voti a favore, segnando una prima parziale vittoria da festeggiare. “Questa legge serve alle ragazze e ai ragazzi, alle famiglie, all’Italia”.
I festeggiamenti, però, non tardano a finire.
La proposta di legge non fa in tempo ad arrivare al Senato, che in Italia incombe un nuovo ostacolo, l’ennesimo dopo l’anno difficile che ci siamo trovati ad affrontare. Il governo entra in crisi.
Questa crisi politica complica ulteriormente la situazione e mette a rischio quella legge che attendiamo da una vita e che avrebbe il potere di far cessare qualsiasi forma di odio e di violenza discriminatoria; che potrebbe rendere l’Italia un Paese bello da vivere, senza gente che cammina sola di notte, a passo svelto e guardandosi le spalle per paura di essere aggrediti, insultati, denigrati…
Con la caduta del governo, il Capo dello Stato ha affidato all’ex Presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, il compito di formarne uno nuovo. Il professor Draghi non si è mai espresso apertamente su queste tematiche ma ha comunque dichiarato:
“La nostra opposizione è stata chiara alla Camera dei Deputati e lo sarà anche in Senato e in ogni altra sede”.
E ancora:
“In base al ddl Zan sarà obbligatorio insegnare ai bambini delle elementari a scegliere, anche a giorni alterni, se sentirsi o maschi o femmine o trans. E chi manifesta contro finisce in Tribunale. Non c’è contrasto all’omotransfobia, ma contrasto al buon senso. Solo il fatto che con tutti i problemi che ci sono in giro il Parlamento perda tempo a discutere di una legge pleonastica è la dimostrazione che Montecitorio vive in una realtà totalmente diversa da quella della gente comune. Il testo non significa nulla”.
Davvero il nostro governo ha il CORAGGIO di istituire una legge contro il razzismo, ma di definire la legge contro l’omotrasfobia “un’inutilità totale”?
Ci vuole davvero troppo CORAGGIO a lottare per l’umanità, lasciando poi gran parte di essa indietro e non girarsi mai a guardarla, davvero troppo.
Fin quando l’odio verrà sminuito e quella legge non farà parte della nostra società, rimarrò qui con gli occhi lucidi a lottare per chi come me non ha paura di voltarsi indietro.
Massaro Lisa