Il giorno 30 novembre 2020, gli studenti del Liceo Scientifico Carlo Cattaneo di Torino hanno avuto modo di incontrare, in videoconferenza, Giorgio Scianna, autore del libro “Cose più grandi di noi”.
Questo evento, che dimostra che nemmeno la distanza può frenare iniziative volte ad arricchire il percorso formativo degli studenti, ha avuto come tema centrale la discussione sugli argomenti trattati nel libro sopra citato. La storia è ambientata durante gli anni di piombo, una fase della storia del nostro paese che i giovani di oggi non hanno vissuto, e talvolta faticano a comprendere, sebbene sia stata una tappa fondamentale per la storia del nostro paese.

Essere giovani è una lotta, così dice la copertina, e l’autore nel libro intende esplorare come questa lotta si configuri nel contesto degli anni di piombo. Guardiamo questo mondo dagli occhi di Marghe, la protagonista. Un mondo nel quale in clima politico era fortemente polarizzato, e ognuno era fortemente incentivato a schierarsi politicamente. Non era semplice al tempo essere “La persona che si deve ancora fare un’idea” già alle scuole superiori. In generale si può dire che molti più aspetti della vita erano fortemente politicizzati ed era impossibile partecipare a svariati aspetti della vita sociale senza entrare nell’ambito della politica.
La narrazione si avvale di svariati personaggi e comunica efficacemente come le varie personalità tendevano a schierarsi politicamente, esprimendo opinioni politiche estremamente differenti anche all’interno dello stesso nucleo familiare; come all’interno di uno stesso schieramento ci fosse una diversa sensibilità alla violenza. Essa cambiava fortemente da un membro all’altro indipendentemente dallo schieramento politico di appartenenza; tra persone di una stessa ideologia c’erano coloro che pensavano che il giusto si limitasse al manifestare, mentre altri credevano che fosse necessario passare all’azione, senza scrupoli riguardo l’uso della violenza.
In un ambiente in cui i giovani erano esposti ad un così forte partitismo li spingeva a fare scelte che i giovani di oggi non si trovano a dover fare; ciò da un lato conferisce una maggiore libertà di pensiero, visto che non si viene indottrinati su schemi ideologici già esistenti, con la sola libertà di scegliere in quale identificarsi. Ciò non significa che ora la politica si basi su schemi ideologici nuovi, ma che non abbia una rilevanza nella vita quotidiana pari a quella che aveva nel ventesimo secolo. Dall’altro lato un ambiente più libero conferisce molti meno punti di riferimento per orientarsi durante un periodo della vita nel quale si è più disorientati che mai.
Ciò non significa che la lotta sia finita, la lotta che ogni giovane vive per esprimersi è insita nell’esistenza umana, ha solo assunto forme diverse al cambiare dell’ambiente in cui la persona è cresciuta; mentre al tempo la lotta era chiara, visibile nella vita di tutti i giorni, ora dobbiamo strizzare gli occhi per vederla, ma esiste, nel volto di ogni persona, ed esisterà sempre.
Alessio Fino