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PASTO NUDO

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Passa tutto Maria, sì, tutto passa, basta che passi tutto e io sono contento, centrifughiamo tutto per farlo diventare il nostro passato più gustoso, scegliamo come farlo passare, perchè no Marì?
Ahimè, vedo intorno alle mie spalle un bacino di ignoranza mai vuoto d’acqua e sempre in tormenta! prego ogni notte che la mia diga tenga e che non venga anche io amareggiato da tutto e affogato nel profondo del Mar di Nebbia in cui navigano giovani capitani che tutto sanno e tutto han visto! giovanissimi capitani che tutto sanno e tutto han visto! Ma proprio tutto! Dio, mio dio, se non sei morto perchè non fai calare una scialuppa di umiltà e la fai loro ingoiare? Dio, mio dio, vediamo solo luce attraverso i nostri piccoli schermi e lì crediamo sia custodito il mondo, ma può esser tutto così piccolo?
Oi Marì, oi mio amor! salvami tu! che sembri esser unica cosa vera per il mio cuore! Cuore, mio cuore, connesso con il centro della Terra. avverto in te ogni scheggia di pazzia generata dalla nostra razza, si può tornar indietro? Ancora spero che uomini mascherati ci salvino ma ora quando mi guardo intorno mascherati lo siam tutti, siamo quindi noi, i soli, a generar tutto questo e queste parole?
Oi Marì, oi mio amor! ubriacami del tuo seno e donami la pazienza per combattere tutto e far di me un astuto cavaliere contro cui nessun mulino a vento potrà aver la meglio! Don, mio Don! ti sostituirò io e porterò ancora una volta la ragione e smaschererò questo regime mascherato d’onniscienza!


Oi Marì, oi mio amor! la malinconia è diventata il mio Nilo, e qui bagno e stendo i miei vestiti! frustazione è diventata il mio Big Ben, e con esso attendo il passar del tempo! culpa, mea culpa, non son in grado di muovermi in questo siffatto mondo di sotterfugi, io, il nuovo, il bello, io! Don Cosciotte! per restare in linea temporale con quel passato gustoso!Oi Marì, oi mio amor! non mi basti più solo tu! per sopravvivere il mio cuore ha bisogno di esser un poco offuscato e con esso la mia mente, sì! E allora vedrò e non vedrò ma sì, offuschiamolo Marì.
…e vedrai, passa tutto Maria, passa tutto!

Maria? sento le sirene in lontananza, Maria! dove vanno? Deve esser la donna dall’altra parte della strada, sta sempre rannicchiata in un angolo della casa, sempre immobile, come tutti qui!


Non avevo mai notato queste piastrelle, corrono tutte verso l’alto, verdi, perché le abbiamo scelte verdi? A me neanche piacciono verdi, Maria, tesoro, ti piace il verde?
E questo lavandino? Visto dal basso quel bianco ammasso di marmo sembra pesante per ospitare quel che vedo fuori dal mio corpo ora unto, sbandato contro il muro.
Ehi, ehi Maria! Le sirene! Sono vicine ma chi è che sta male? Affacciati, attenta a non cadere giù, saette rombanti ti entrano nella testa ponendo fine alla tua redenzione personale verso un paradiso deludente.
Eccoli che arrivano, succulenti ricordi salgono le scale, smuovono anni di noia in ghiacciai tristi che si stanno sciogliendo: il riscaldamento globale colpisce anche il fardello che mi porto appresso.
Per l’amor del cielo Maria! Rispondimi! c’era anche prima quel grigio metallico sul pavimento?


L’arma della vita, il grigio metallico, si insinua tra le idee moribonde e si ferma in una, dove cova una rivendicazione sovrana sull’ospite, vittima destinata a una lenta agonia per un incontro informale con il creatore del grigio metallico.
Giuro che se non fai smettere quelle sirene scortico questi muri!
Vedo un mar rosso nel mio stato: donna, il rosso non mi piace, che ci fa nel mio bagno? Fa a pugni con il verde, si mescola in un tutt’uno di armoniosa melodia, l’entrata é pronta, é il momento di uscire Marì!
Oi, mio amor!
Un saluto a voi, la mia mente vi afferra e vi manda uno specchio intransigente, quello zaino in prima media era troppo grande, é rimasto troppo grande, non rivolgetemi quei sorrisi, vi metterò una buona parola, custodia di una fiamma bagnata, inceppata, in una testuggine apparente, più insinuosa del grigio metallico.
Per l’amor del cielo Maria, che ho fatto?

Samuele Toro

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